CICATRICi
riesco a sentirle
nonostante la lontananza
tutti ne portiamo i segni,
a volte tangibili e ben visibili
altre danno luce ai i volti dei saggi
espressioni del loro sentire
proveniente da un unica destinazione
il cuore di chi sa soffrire
in medicina e nella vita,
perdite di tessuto per colmare perdite di sostanza
e non vi è altro modo di sancire l'importanza
non esiste sofferenza che non firmi la coscienza
ci sono poi cicatrici di una volonta' in cerca di radici
bruciare e frizzore che conduce alla realtà inferiore
ricordi impressi nella memoria della sofferenza
sinonimo di esperienza e valenza
esperienze custodite nell'archivio della memoria
che non si possano esimere dal raccontare la tua storia
segni indelebili dove nascondi
in una piega ciò che ha parole non si spiega
e' quando ti appacifichi con quell'esserci
che conosci valore e conto da pagare
del prezzo del conoscersi
da una rivisitazione di una poesia di Angii...
da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima
lunedì 31 ottobre 2016
domenica 30 ottobre 2016
SEMBRAVi LA MIa LEi
SEMBRAVi LA MIa LEi
sembravi la mia lei
e invece non lo sei
mi hai detto io non sono una di quelle che fugge
e invece sono ancora a fare i conti con ciò che mi distrugge
distrugge perchè ha visto tanta sintonia
si agita dentro come lenta e fatale agonia
sembra lontana morte ancestrale
invece è screziante vita attuale
vita da riconoscere sul momento
ai fini di curare quel bagaglio del tempo
che a rilascio lento ne fa vivere il tormento
tempi lontani additati in tempi talmente vicini che
a volte ti sento Là...
sparsa e dispersa per il mondo
a volte sei qui
che ti muovi e contorgi dentro di me
o forse non c'è tanta differenza
cara la mia vecchia e antica sofferenza
da"CERCo LA MIa LEi"
III libro III settima
sembravi la mia lei
e invece non lo sei
mi hai detto io non sono una di quelle che fugge
e invece sono ancora a fare i conti con ciò che mi distrugge
distrugge perchè ha visto tanta sintonia
si agita dentro come lenta e fatale agonia
sembra lontana morte ancestrale
invece è screziante vita attuale
vita da riconoscere sul momento
ai fini di curare quel bagaglio del tempo
che a rilascio lento ne fa vivere il tormento
tempi lontani additati in tempi talmente vicini che
a volte ti sento Là...
sparsa e dispersa per il mondo
a volte sei qui
che ti muovi e contorgi dentro di me
o forse non c'è tanta differenza
cara la mia vecchia e antica sofferenza
da"CERCo LA MIa LEi"
III libro III settima
sabato 29 ottobre 2016
CHI SU QUELLa STRADa HA CONDIVISo
CHI
SU QUELLa STRADa HA CONDIVISo
quando
il silenzio è il mio rifugio
e
mi abbandono ai pensieri
di
domani e di ieri
e
la domanda è sempre quella
ma
la risposta si eclissa
nascosta
dalla luce di una stella
quando
viaggi un po' perplesso
e
ti ritrovi in ginocchio
nel
punto dov'eri
quella
è la strada da attraversare
e
coltivare quel dubbio
vuol
dire sposare quel viaggiare
tu
come me
ti
avvicini a quel comprendere
come
solo a chi si legge in viso
e
se lo sai
è
perchè non si può arrendere
chi
su quella strada ha condiviso
sei
sempre stato
un
poco ombroso
fra
dubbi estremi lamenti insinuanti tormenti
ma
hai sempre dato il suo valore
a
chi
a
chi fra i denti nasconde velato
il
sorriso del suo onore
tu
come me
ti
avvicini a quel comprendere
come
solo a chi si legge in viso
e
se lo SeI
è
perchè non si può arrendere
chi
su quella strada ha condiviso
assolo
tu
come me
ti
avvicini a quel comprendere
come
solo a chi si legge in viso
e
se lo SaI
è
perchè non si può arrendere
chi
su quella strada ha condiviso
Ad
Antonio, la mia nota di quella strada
a
Stefano la mia strada di quella nota
da: "NOVa EUREKa !"
nuovo progetto chitarra e voce
da
: EUREKa !
Dove
la poesia trova la musica
tutti
i testi del progetto...
V libro III settima
venerdì 28 ottobre 2016
UT SIA POETRY
UT SIA POETRY
nota dell' autore
UT SIA POETRY è il mio nuovo libro e il mio riconoscente
modo per omaggiare e creare uno spazio poetico
a tanti amici poeti che non sapevano di esserlo
e che ancora oggi, nonostante le loro testimonianze
buttate lì su un cartoncino magari in un momento che il sole dell'alba fa capolino,
stentano ancora a crederci.
Per dare forma alla loro vocazione, rinvigorire la loro convinzione,
mostrare la loro opera, perchè di questo si tratta ...ecco il mio contributo !
e allora ecco anche il titolo, con la bellezza della lingua latina dove il significato
prende forma ed eleganza con tono profetico che più o meno così viene tradotto:
e allora ....
UT SIA POETRY CHE LA POESIa SIa....
da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima
nota dell' autore
UT SIA POETRY è il mio nuovo libro e il mio riconoscente
modo per omaggiare e creare uno spazio poetico
a tanti amici poeti che non sapevano di esserlo
e che ancora oggi, nonostante le loro testimonianze
buttate lì su un cartoncino magari in un momento che il sole dell'alba fa capolino,
stentano ancora a crederci.
Per dare forma alla loro vocazione, rinvigorire la loro convinzione,
mostrare la loro opera, perchè di questo si tratta ...ecco il mio contributo !
e allora ecco anche il titolo, con la bellezza della lingua latina dove il significato
prende forma ed eleganza con tono profetico che più o meno così viene tradotto:
e allora ....
UT SIA POETRY CHE LA POESIa SIa....
da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima
mercoledì 26 ottobre 2016
IL GENTIL CANTo
IL GENTIL CANTo
oh gentil canto, natura e atmosfera di tutto, vittoria di cento corone
perché a me questa sorte ? tu che cammini danzando nella pria dei silenti di un paesaggio da sogno, spiegami perchè il mio risveglio non corre più a definizione, spiegami perchè questa eterna sofferenza non diventa più disperazione
madre natura:
oh certezza e illusione, speranza e disperazione , sei lontano dal mondo più audace e bella nel mio azzurro giace, sei soltanto tensione feroce e tormento, natura dolore e fermento ti ricordo di essere speciale su questa terra, ti ho sentito parlare molto di una natura morta trafitta di dolore, ma che cos'è che sonnolente e stanca riporta a questi versi nella bontà del tuo animo, fasci di luce cadono davanti a me, tutto il mio fare e tutto il mio bene, sono l'esito genetico delle verdi terre, ti prego pellegrino ricongiungiti verso di me, non perderti di nuovo
ma stanco di camminare il pellegrino gli risponde:
oh madre natura, perchè proprio io, di notte e di giorno corro con il singhiozzo della vita sulle spalle , lamentandomi della morte come fosse olio grezzo per le mie lucenti ali
perché non trasudi un pò di mia necessità per rivivere in mezzo a me stesso, e perché
mi trovi sempre stanco nel momento del bisogno, io mi inchino davanti a tale bellezza ma la corona dell' amore manca, e nemmeno una rosa la ornerà per questo grande dolore, ti prego accompagnami in mia gloriosa mente alla tua voce misteriosa ( forse)
da un incontro con marta ad una conferenza sull'amore di cracolici
...mi dice anch' io recito poesie
si ma dove le hai scritte ?
no, io le so tutte a mente .....
e parte ...
da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima
oh gentil canto, natura e atmosfera di tutto, vittoria di cento corone
perché a me questa sorte ? tu che cammini danzando nella pria dei silenti di un paesaggio da sogno, spiegami perchè il mio risveglio non corre più a definizione, spiegami perchè questa eterna sofferenza non diventa più disperazione
madre natura:
oh certezza e illusione, speranza e disperazione , sei lontano dal mondo più audace e bella nel mio azzurro giace, sei soltanto tensione feroce e tormento, natura dolore e fermento ti ricordo di essere speciale su questa terra, ti ho sentito parlare molto di una natura morta trafitta di dolore, ma che cos'è che sonnolente e stanca riporta a questi versi nella bontà del tuo animo, fasci di luce cadono davanti a me, tutto il mio fare e tutto il mio bene, sono l'esito genetico delle verdi terre, ti prego pellegrino ricongiungiti verso di me, non perderti di nuovo
ma stanco di camminare il pellegrino gli risponde:
oh madre natura, perchè proprio io, di notte e di giorno corro con il singhiozzo della vita sulle spalle , lamentandomi della morte come fosse olio grezzo per le mie lucenti ali
perché non trasudi un pò di mia necessità per rivivere in mezzo a me stesso, e perché
mi trovi sempre stanco nel momento del bisogno, io mi inchino davanti a tale bellezza ma la corona dell' amore manca, e nemmeno una rosa la ornerà per questo grande dolore, ti prego accompagnami in mia gloriosa mente alla tua voce misteriosa ( forse)
da un incontro con marta ad una conferenza sull'amore di cracolici
...mi dice anch' io recito poesie
si ma dove le hai scritte ?
no, io le so tutte a mente .....
e parte ...
da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima
ANCOR Io SON VIVo
ANCOR Io SON VIVo
un moto incessante di forti di emozioni
smosse sommosse da poche parole
scendono lacrime il pensiero si annebbia
ricordi sofferti senza odio né rabbia
ma solo un profondo sentire dolore
che scoppia improvviso e annienta il domani
e sento strapparsi i tessuti le membra
nel petto nel ventre nel viso e la pelle
e lacera e consuma e toglie il respiro
e aspetto e lascio che io viva la morte
io sola impotente di fronte alla sorte
che forse credeva con me di aver vinto
ma io sono io sento di amor non mi privo
io sono io sento ancor io son vivo
da una ispirazione indotta a Rossella
che si riscopre e affina ogni giorno che passa
il suo latente talento....
smosse sommosse da poche parole
scendono lacrime il pensiero si annebbia
ricordi sofferti senza odio né rabbia
ma solo un profondo sentire dolore
che scoppia improvviso e annienta il domani
e sento strapparsi i tessuti le membra
nel petto nel ventre nel viso e la pelle
e lacera e consuma e toglie il respiro
e aspetto e lascio che io viva la morte
io sola impotente di fronte alla sorte
che forse credeva con me di aver vinto
ma io sono io sento di amor non mi privo
io sono io sento ancor io son vivo
da una ispirazione indotta a Rossella
che si riscopre e affina ogni giorno che passa
il suo latente talento....
da"UT SIA POETRY"
VII libro III settima
lunedì 24 ottobre 2016
IL PROGETTo DEL BRANCo
IL
PROGETTo DEL BRANCo
Risentimento,
antipatia, rancore, ritorsione, ripugnanza, vendetta, odio,
questa è
la lunga strada di avidya , che in sanscrito significa “ignoranza”
produttrice
di quel virus che si diffonde e contagia un ecosistema
abbassando
l’energia vitale di ogni momento.
Interrompere
questo processo è impresa ardua
che
richiede ad Ercole di cimentarsi con le 12 fatiche.
L’origine
di ciò, inutile e controproducente girarci intorno,
risiede
all’ interno di piccoli odiosi nuclei ancora molto ben nascosti,
piccoli e
velenosi serpenti che mordano iniettando veleno a lento rilascio.
Come penso
cominci ad essere intuibile ad ognuno di noi,
attraverso
le proprie caratteristiche e modalità,
rimandare
tale causa ad un comportamento altrui è quello che in gergo viene
chiamato depistaggio, ovvero il non riconoscimento della propria
responsabilità.
È
difficile riconoscere che in noi vi è ancora odio,
e che lo
smaltimento quotidiano di ciò necessita un oculato e ben
architettato piano di distribuzione.
Potente è
quella forza che tiene in pugno le redini della nostra emozione,
dove l’
auriga non può governare destrieri imbizzarriti scalcianti di
sdegno.
Il debole
cocchiere altro non può fare che esser scaraventato in quella corsa
infernale.
Ma le sue
braccia dovranno ben essere irrobustite per poter tenere ciò che la
strada dissestata
e la furia
dei cavalli richiedono per essere domati e poter tornar mansueti.
Si avete
ragione sono un pò rachitico, utile sarà che le mie braccia si
irrobustiscano per poter condurre la carovana in ben altri luoghi, li
troveremo branchi sereni che vivono nel rispetto di quelle leggi
naturali che garantiscono fortezza e protezione
da ogni
insidia e da ogni velenosa iniezione.
Animali
tipo munfries, e diego, e il bradipo, magari anche un po’ ombrosi,
un po’ bastardi, un po’ ingenui e lamentosi, ma che si prodigano
e si aiutano reciprocamente a vigilare quelle insidie nascoste nel
serpeggiare che avvelenano la collettività pronta a monitorare e
prontamente riconvertire tutto ciò che si oppone alla serenità…
Questo è
quello che penso l’ unione di un branco possa produrre …
Mi
potreste indicare dove posso trovarne uno ?
da"ORDINE OPERANTE"
VII libro V settima
domenica 23 ottobre 2016
LA MISERIa DELLA TEORIa
LA
MISERIa DELLA TEORIa
C’e
qualcosa che frena
Non
permette di gustare
È
illusione è fobia
Sei
uno schiavo di teoria.
Sempre
pronta la risposta
Non
permette quell’entrata
Toglie
spazio elettrizzante
Alla
splendida giornata
Tutto
pare conosciuto
Di
umiltà non v’è parvenza
Presunzione
che frenata
Per
la povera coscienza
Non
v’è ascolto, non v’è scambio
Il
tuo orto non dà frutto
Mangi
,mangi e non v’è spazio
Per
il nuovo, che par brutto.
Il
tuo occhio non è attento,
guarda
solo il conosciuto,
quello
studio, quel cervello
come
giuda t’ han tradito
ecco
il ladro, è qui la spia
doppio
gioco che t’inganna
spenge
luce d’allegria
dell’ardore
della fiamma
non
permesso è l’imprevisto
c’è
paura dell’ignoto
se
il controllo è sì quel posto
dove
tutto è peso e vuoto.
La
saggezza è utopia
In
un mondo che va a pezzi
Ma
che fare è colpa mia
Se
son tutti pesi e vecchi
Abbandona
quel lamento
Di
bugia ti sei stancato
Fatti
forza è sì pur tuo
Questo
mondo che c’han dato.
Con
gli schemi non s’aggiusta
Non
aspiri e non conquisti
Forza
sporcati le mani
Cogli
i danni, affronta i rischi
E
ricorda che fu detto
E
non venga mai scordato
La
sapienza vien dal volgo
Non
dall’attico incantato
Cara
nonna mi diceva
Sul
suo monito rifletto
La
ragion che in bocca aveva
Su
cui oggi mi diletto
Non
c’hai voglia, non sta a te
Dai
ragazzo schioda il culo!
Se
comandi e fai da te
Servi
il mondo come un RE.
da "DOLCE STIL MATA"
IV libro II settima
MEDIEVALe
MEDIEVALe
amo questo stile e voglio dedicarmici in ricerca ed espressione ricercando testi antichi e rivisitazioni moderne
questo medievale è un testo di franco battiato dall'' amonima canzone ...
da "DOLCE STIL MATA"
IV libro II settima
Sdraiato su un'amaca
a prendere il sole
leggendo un libro
di poesia medievale.
Amor quando mi membra
li temporal che vanno
che m'han tenuto danno
già non é maraviglia s'io sconforto.
Però talor mi sembra
ciascuna gioia affanno
e lealtate inganno
e ciascuna ragion mi pare torto.
Un fascio di serici sogni
incorona le notti e i riposi
un balzo di tigre inquieta
mi sveglia al giorno.
E paremi vedere
fera dismisuranza
chi buon'uso e leanza
voglia a lo mondo
già mai mantenere.
Più che'n gran soperchianza
torna per me piacere
e'n gran follia savere
per ch'io son stato lasso, in gran erranza.
amo questo stile e voglio dedicarmici in ricerca ed espressione ricercando testi antichi e rivisitazioni moderne
questo medievale è un testo di franco battiato dall'' amonima canzone ...
da "DOLCE STIL MATA"
IV libro II settima
DIRETTIVa POETICa
DIRETTIVa POETICa
farlo immediatamente !
ho da fare un pò di.., mi manca quel...,
aspetto la..., lo farò quando ho...,
prima finisco il..., appena ho fatto sul....
tutti tempi di quel domani che non arriva mai ...
ciò che poeticamente e simpaticamente
amo chiamare il dommai....; )
ti vorrei però un attimo far riflettere
su quello che i vecchi nel volgo della loro saggezza
ci hanno lasciato ....ricordi cosa diceva nonnà ??
"cosa fatta capo ha"
perché quel rimandare è diabolico e nasconde ...
una vecchia perfidia che dante
mise nei cerchi infernali sotto il nome di accidia
e che oggi è talmente dimenticata che a qualcuno verrà da dire
"oddio ....chi è stato acciso ???"
e allora ripartiamo dal vocabolario
che per pinocchio era per lo più l' abbecedario
e per capirne etimo e direzione
carpiamone un attimo la definizione
L'accidia o acedia è l'avversione all'operare, mista a noia e indifferenza. L'etimologia classica fa derivare il termine dal greco ἀ (alfa privativo = senza) + κῆδος (= cura), sinonimo di indolenza, per il tramite del latino volgare acedia.
e allora quando la mamma ti imporrà un imperativo
prova ad essere più accondiscendente
farlo immediatamente ! = a :
appena puoi per davvero
se non ti va è importante
se non ti torna sta sicuro che poi ritorna
anche se non ti aggrada subito di appaga per sempre
che è meglio un contributo non capito
che un rifiuto abbronciato
che a volte piccoli sacrifici e amare ore
tessono il tessuto che riscalda il cuore
e che quella fatica piccola di cinque minuti
sarà ripagata nella felicità di tanti bei momenti vissuti
se a quello che è scritto ancora tu non credi
appena te ne accorgi, ripara prontamente
si è sempre in tempo per trovar rimedi
da "ORDINe OPERANTe"
VII libro V settima
e "SCRIPTa & IMAGo MANET"
V libro VII settima
farlo immediatamente !
ho da fare un pò di.., mi manca quel...,
aspetto la..., lo farò quando ho...,
prima finisco il..., appena ho fatto sul....
tutti tempi di quel domani che non arriva mai ...
ciò che poeticamente e simpaticamente
amo chiamare il dommai....; )
ti vorrei però un attimo far riflettere
su quello che i vecchi nel volgo della loro saggezza
ci hanno lasciato ....ricordi cosa diceva nonnà ??
"cosa fatta capo ha"
perché quel rimandare è diabolico e nasconde ...
una vecchia perfidia che dante
mise nei cerchi infernali sotto il nome di accidia
e che oggi è talmente dimenticata che a qualcuno verrà da dire
"oddio ....chi è stato acciso ???"
e allora ripartiamo dal vocabolario
che per pinocchio era per lo più l' abbecedario
e per capirne etimo e direzione
carpiamone un attimo la definizione
L'accidia o acedia è l'avversione all'operare, mista a noia e indifferenza. L'etimologia classica fa derivare il termine dal greco ἀ (alfa privativo = senza) + κῆδος (= cura), sinonimo di indolenza, per il tramite del latino volgare acedia.
e allora quando la mamma ti imporrà un imperativo
prova ad essere più accondiscendente
farlo immediatamente ! = a :
appena puoi per davvero
se non ti va è importante
se non ti torna sta sicuro che poi ritorna
anche se non ti aggrada subito di appaga per sempre
che è meglio un contributo non capito
che un rifiuto abbronciato
che a volte piccoli sacrifici e amare ore
tessono il tessuto che riscalda il cuore
e che quella fatica piccola di cinque minuti
sarà ripagata nella felicità di tanti bei momenti vissuti
se a quello che è scritto ancora tu non credi
appena te ne accorgi, ripara prontamente
si è sempre in tempo per trovar rimedi
da "ORDINe OPERANTe"
VII libro V settima
e "SCRIPTa & IMAGo MANET"
V libro VII settima
ADESSo POESIa E'
ADESSo POESIa E'
descrivo in poesia ciò che adesso vivo
perché ciò che adesso vivo poesia è
custodisci e di questa empatia fiorisci
può essere un modo per ispirarti
e nel mondo poetico simpaticamente addentrarti
io ti condurrò ispirando la tua mano
ma sarà il tuo cuore che ti porterà lontano
nuovi orizzonti parole leggere e spigliate
al ritmo l' emozione si forgia e scandisce
e niente si opponga al cuore che crea
e nel dipanare le parole unisce
dentro di me custodito e nascosto
ogni mio sentire avevo lasciato
ogni emozione avevo riposto
nessuno pensavo ne fosse interessato
ogni mio sentire avevo lasciato
ogni emozione avevo riposto
nessuno pensavo ne fosse interessato
e invece non sai
quanto mai ti sbagliavi
quando ti sentivi sola
e dietro paure ti imprigionavi
da un 'ispirazione di rosella
che si fa condurre sulla strada della poesia ....
da un 'ispirazione di rosella
che si fa condurre sulla strada della poesia ....
da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima
sabato 22 ottobre 2016
NON C'é MAi PACe PER UN PENSATORe
NON
C’è MAI PACe PER UN PENSATORe
Non
si ferma mai
mai
un attimo di tregua
architettata,
strutturata, contorta
non
si riposa mai
a
volte sorvola ed è pindarica
saltando
da idea a idea
apparentemente
lontana
che
non trova collegamenti
e
che ti fa pensare che da tempo
hai
abbandonato il normale
a
volte sei come assorto
stai
vedendo un mosaico
sei
in contemplazione
estraniato
dal mondo comune
senti
senza sentire
vedi
senza vedere
e
stai miscelando qualcosa
che
si muove verso il realizzare
senza
sapere cosa riuscirà a fare
a
volte torna tutto
riesci
a seguire un filo
che
viene chiamato logico
e
a muoverti consapevole
istante
dopo istante
sicuro,
determinato, soddisfatto
e
orgoglioso…..
solo
che dopo un po’
inevitabilmente
diventa noioso
il
gusto ne viene leso
e
la monotonia
la
senti addosso
come
tessuto calloso
a
volte penetri nelle cose
strato
dopo strato
come
uno zoom che accoglie
nel
suo avanzare
un
nuovo particolare
presente
anche prima
ma
che non riuscivi a vedere
è
faticoso quel modo di avanzare
ma
arricchisce il solito e misero niente
con
qualcosa di prezioso
che
si chiama assaporare
modalità
diverse
sistemi
apparentemente opposti
che
non si riconoscono tra loro
che
si disturbano e si limitano
se
vengano a contatto
tutti
si affannano
per
un'unica cosa……..
e
la cercano in una corsa bramosa
e
l’affanno ne è la chiave …….
chiave
…..
quell’
insieme di tagli
che
forniscono la forma
per
aprire o chiudere una porta
a
seconda del verso in cui la giri….
Nell’
affanno ti puoi riconoscere
e
accomunare agli altri,
sta
sicuro che tutti lo provano
e
a tutti pesa…..
oppure
ti puoi nascondere
allontanandolo
da te
gravando
con la zavorra del giudizio
sulle
spalle di coloro che ti stanno accanto
di
che cosa abbiamo così tremendamente fretta?
Che
in realtà siamo quasi fermi
e
quel po’ che si muove non è grazie a noi
non
potremmo qualche volta
aspettare
che sia la risposta
a
venire da noi,
magari
creandole semplicemente
le
condizioni migliori
perché
ciò possa avvenire
forse….
O
forse no
ma
che dico,
che
sto dicendo…….non lo so
beh,
ci devo pensare …..ci devo arrivare
cazzo
……mi sto affannando!!
Non
c’è mai pace per un pensatore…
da 2INCONTRO AL PRIGIONE"
II libro I settima
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