mercoledì 12 marzo 2014

CALZINi IN GIRo PER IL MONDo


CALZINi IN GIRo PER IL MONDo

Quetta hai i calzini
Sempre in giro per il mondo…

Li trovo in fondo al letto
Volano sul terrazzo, affiorano
In ogni angolo dove meno mi aspetto

Ecco qua
Anche qui ce n’è uno
È qui vicino
proprio sotto il mio cuscino

Poi di corsa a lavorare
Presto è tardi
son le otto !

Con la chiave avvio il motore
Non è vero ,Non ci credo !
Quasi stento anche se vedo!
Ce n’è uno sul cruscotto ?

Non vi è limite al creare
Non stupirti può accadere
Anche un sub può si rischiare
di trovarlo in fondo al mare

L’invasione è cominciata
Saltan fuori da ogni dove
Quella amore per la fuga
Che li porta sempre altrove

Io mi chiedo che gni fai
A quei poveri calzini
Come mai c’è quel terrore
Di restarti lì vicini

Si vocifera in paese
Me l’ha detto pure orazio
Quello a strisce che non trovi
L’hanno visto nello spazio

L’altro giorno nell’urgenza
Mi scappava la pipì
Non è vero è una parvenza
Ce ne uno pure lì !

Chissà mai perché van via
Forse un po’ tristi e feriti
Non riescono a coprire
Pianta , piede e pure i diti

Allor preso da sconforto
Mi decido ad intervista
Come mai non c’è rapporto ?
Dove sta la bieca svista ?

Il piu’ audace si confida
Raccontando situazione
Come fare a sopportare
Tali scempi di attenzione

Non sai mai come può andare
Dove e quando puoi finire
Il mio amico dallo spazio
Ve lo può senz’altro dire

So che non è colpa sua
Se discordia col suo piede
Lei l’impegno ce lo mette
Anche se tanto un si vede

Ma non è poi tanto male
Questa vita scende e sale
Che da brivido e sorpresa
a noi giovani sisini

È così che lei ci chiama
Anche il nome è originale
Siam cosi privilegiati
Della specie dei calzini

mercoledì 5 marzo 2014

INTo THE WILD


INTo THE WILD

Tempo fa scuotevo il capo
Tempo fa non mi tornava qualcosa
Un sussurro in testa cercava spazio

Continuava a dirmi:
non può essere tutto qui

solo a volte riuscivo a sentire
chiaramente quel richiamo

tutte le altre veniva sovrastato
dalle voci dei rumori intorno

quanto è forte la voce del cemento
quanto è assordante il ferro percosso
quanto è irritante il ronzio dei veicoli

se non sei sopra ti vien da dire…
ma dove corrono

se sei sopra ti vien da dire…
perché non si muovano

ma in realtà cambia poco
non puoi far altro che rimanere sull’altalena
ed oscillare ancora un pò

il sussurro diventava un urlo
ma la mia attenzione catturata
dal mondo che corre non poteva sentire

allora decisi di muovermi
verso luoghi dove c’era più silenzio
dove la natura fa sentire le sue calde armonie

volevo un posto migliore
per poter dar ascolto
al mio mormorio interiore

lì catturato dal paesaggio dimenticai
il motivo del mio viaggio
non sentivo più l’urlo

ancora una volta non avevo dato ascolto
ancora una volta avevo perso il senso



intanto la voce da dentro

si stava evolvendo
non si faceva più ammaliare
e soddisfare da sole , aria , e verde terra

voleva me
voleva il mio tempo
voleva il mio ascolto

ancora una volta ricominciò ad urlare

improvvisamente ci trovammo
faccia a faccia in uno specchio
che non permetteva più di illudersi

mi disse che presto saremmo dovuti tornare
e che ciò che entrambi stavamo cercando
stava nelle pieghe fra catrame e cemento

lì mi resi conto del prossimo passo
e che il viaggio….

a volte è necessità,
a volte è fuga, a volte è scoperta ,
a volte è paura , a volte è sopravvivenza,
a volte è tenerezza, a volte è conoscenza ,
a volte è timidezza, a volte è ignoranza,
a volte è vergogna ,a volte è fame ,
a volte è urgenza, a volte è salvezza
sempre è la spinta leggera di una morbida brezza
che dovunque tu vada
soffia lentamente
cercando di colmare la distanza
con quello che di te non mente



da "RIFLESSI DA DENTRO" 
quinto libro prima settima








sabato 1 marzo 2014

ECCo COSa PUò FARe UNa POESia COn UN Pò DI SERENDIPITà ( leggi la masuccia )


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Ti scriverò il sorriso
Se voglio averti a me caro
Dovrò accettare che tu sei raro
Prezioso, semplice e anche amaro
Non vi è fatica che sia migliore
Di quella spesa per custodire
La dolce curva che sta sul viso
Di chi colora l’altrui avvenire
                                                                          (cit.)  
Mi è capitato ieri, mentre cercavo delle vecchie foto dei miei lavori di bricolage da cui trarre nuova ispirazione, di imbattermi in queste tre foto del lontano 2007…
Erano le fasi preparatorie di quello che sarebbe stato l’ultimo regalo di S. valentino di uno dei miei ‘delus-amori’ del passato…
Avevo trovato una bancarella di artisti di strada che decoravano le magliette…mi fecero leggere un pò di poesie da alcuni loro librettini…e io scelsi questa…
A rileggerla adesso mi rendo conto di quanto siano potenti le parole di questa poesia, di cui tra l’altro non ricordo, non conosco, forse non ho mai saputo l’autore…
Ho provato anche a ricercarlo su internet, mi sarebbe piaciuto citarne il nome…ma non l’ho trovato…
Mi sembrano oggi parole illuminanti…confesso che allora forse non ne avevo compreso appieno il significato…e in quel periodo quel ‘delus-amore’ era decisamente ‘amaro’ e ‘fatica’…e io non sono riuscita, ad un certo punto non ho più neanche provato, a ‘custodire la dolce curva che sta sul viso’…
Ma oggi…oggi ne comprendo appieno il significato…

dal blog crazy alice 
 

ieri cercando su internet i progetti di massimo matarozzo mi sono imbattuto su questo blog e ho avuto l' ennesima riprova di cosa può una poesia ...con un tocco di serendipità (cercate e leggette sul blog la masuccia) 

"quella poesia a cui crazyalice si riferisce è "ti salverò il sorriso"   di PERLE SUL FONDO 
 a quanto ho capito lei 7 anni fa comprò una maglietta che feci con serena (quando abbiamo fatto quei "2" mercati vendendo 2 magliette e 2 libri ) dove scrivevamo sopra a mano  le mie poesie; a quanto pare alice comprò anche il libro che ha ritrovato citandomi per le parole pochi giorni fa ....
"il caso" ha voluto che in questi giorni sto cercando fra i miei progetti e digitando una ricerca con il mio nome e cognome è saltata fuori questa bella coincidenza 

grazie crazy alice 
massimo