lunedì 31 ottobre 2016

CICATRICi

CICATRICi

riesco a sentirle
nonostante la lontananza 
tutti ne portiamo i segni,
a volte tangibili e ben visibili
altre danno luce ai i volti dei saggi
espressioni del loro sentire 
proveniente da un unica destinazione 

il cuore di chi sa soffrire


in medicina e nella vita, 
perdite di tessuto per colmare perdite di sostanza 
e non vi è altro modo di sancire l'importanza 

non esiste sofferenza che non firmi la coscienza 

ci sono poi cicatrici di una volonta' in cerca di radici
bruciare e frizzore che conduce alla realtà inferiore

ricordi impressi nella memoria della sofferenza 
sinonimo di esperienza e valenza 
esperienze custodite nell'archivio della memoria 
che non si possano esimere dal raccontare la tua storia 

segni indelebili dove nascondi 
in una piega ciò che ha parole non si spiega 

e' quando ti appacifichi con quell'esserci 
che conosci valore e conto da pagare
del prezzo del conoscersi 


da una rivisitazione di una poesia di Angii...


da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima 


 

domenica 30 ottobre 2016

SEMBRAVi LA MIa LEi

SEMBRAVi LA MIa LEi

sembravi la mia lei
e invece non lo sei

mi hai detto io non sono una di quelle che fugge
e invece sono ancora a fare i conti con ciò che mi distrugge 

distrugge perchè ha visto tanta sintonia 
si agita dentro come lenta e fatale agonia 

sembra lontana morte ancestrale
invece è screziante vita attuale 

vita da riconoscere sul momento
ai fini di curare quel bagaglio del tempo
che a rilascio lento ne fa vivere il tormento 

tempi lontani additati in tempi talmente vicini che 

a volte ti sento Là...
sparsa e dispersa per il mondo 

a volte sei qui 
che ti muovi e contorgi dentro di me

o forse non c'è tanta differenza 
cara la mia vecchia e antica sofferenza 


da"CERCo LA MIa LEi"
III libro   III settima

sabato 29 ottobre 2016

CHI SU QUELLa STRADa HA CONDIVISo


CHI SU QUELLa STRADa HA CONDIVISo


quando il silenzio è il mio rifugio
e mi abbandono ai pensieri
di domani e di ieri

e la domanda è sempre quella
ma la risposta si eclissa
nascosta dalla luce di una stella

quando viaggi un po' perplesso
e ti ritrovi in ginocchio
nel punto dov'eri

quella è la strada da attraversare
e coltivare quel dubbio
vuol dire sposare quel viaggiare


tu come me
ti avvicini a quel comprendere
come solo a chi si legge in viso

e se lo sai
è perchè non si può arrendere
chi su quella strada ha condiviso

sei sempre stato
un poco ombroso
fra dubbi estremi lamenti insinuanti tormenti
ma hai sempre dato il suo valore
a chi
a chi fra i denti nasconde velato
il sorriso del suo onore

tu come me
ti avvicini a quel comprendere
come solo a chi si legge in viso

e se lo SeI
è perchè non si può arrendere
chi su quella strada ha condiviso

assolo

tu come me
ti avvicini a quel comprendere
come solo a chi si legge in viso

e se lo SaI
è perchè non si può arrendere
chi su quella strada ha condiviso


Ad Antonio, la mia nota di quella strada
a Stefano la mia strada di quella nota 


da:   "NOVa EUREKa !"
nuovo progetto chitarra e voce  


da : EUREKa !
Dove la poesia trova la musica
tutti i testi del progetto...

V libro III settima







venerdì 28 ottobre 2016

UT SIA POETRY

UT SIA POETRY

nota dell' autore 

UT SIA POETRY è il mio nuovo libro e il mio riconoscente 
modo per omaggiare e creare uno spazio poetico 
a tanti amici poeti che non sapevano di esserlo
e che ancora oggi, nonostante le loro testimonianze
buttate lì su un cartoncino magari in un momento che il sole dell'alba  fa capolino,
stentano ancora a crederci.
Per dare forma alla loro vocazione, rinvigorire la loro convinzione,
mostrare la loro opera, perchè di questo si tratta ...ecco il mio contributo !
e allora ecco anche il titolo, con la bellezza della lingua latina dove il significato
prende forma ed eleganza con tono profetico che più o meno così viene tradotto:

e allora ....

UT SIA POETRY         CHE LA POESIa    SIa....



da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima 

mercoledì 26 ottobre 2016

IL GENTIL CANTo

IL GENTIL CANTo



oh gentil canto, natura e atmosfera di tutto, vittoria di cento corone  
perché a me questa sorte ? tu che cammini danzando nella pria dei silenti di un paesaggio da sogno, spiegami perchè il mio risveglio non corre più a definizione, spiegami perchè questa eterna sofferenza non diventa più disperazione 



madre natura:
oh certezza e illusione, speranza e disperazione , sei lontano dal mondo più audace e bella nel mio azzurro giace, sei soltanto tensione feroce e tormento, natura dolore  e fermento ti ricordo di essere speciale su questa terra, ti ho sentito parlare molto di una natura morta trafitta di dolore, ma che cos'è che sonnolente e stanca riporta a questi versi nella bontà del tuo animo, fasci di luce cadono davanti a me, tutto il mio fare e tutto il mio bene, sono l'esito genetico delle verdi terre,  ti prego pellegrino ricongiungiti verso di me, non perderti di nuovo 



ma stanco di camminare il pellegrino  gli risponde:

 oh madre natura, perchè proprio io, di notte e di giorno corro con il singhiozzo della vita sulle spalle , lamentandomi della morte come fosse olio grezzo per le mie lucenti ali
perché non trasudi un pò di mia necessità per rivivere in mezzo a me stesso, e perché
mi trovi sempre stanco nel momento del bisogno, io mi inchino davanti a tale bellezza ma la corona dell' amore manca, e nemmeno una rosa la ornerà per questo grande dolore, ti prego accompagnami in mia gloriosa mente alla tua voce misteriosa ( forse)


da un incontro con marta ad una conferenza sull'amore di cracolici 
...mi dice anch' io recito poesie 

si ma dove le hai scritte ?
no, io le so tutte a mente ..... 
e parte ...

da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima

ANCOR Io SON VIVo


ANCOR Io SON VIVo
un moto incessante di forti di emozioni
smosse sommosse da poche parole
scendono lacrime il pensiero si annebbia
ricordi sofferti senza odio né rabbia
ma solo un profondo sentire dolore
che scoppia improvviso e annienta il domani
e sento strapparsi i tessuti le membra
nel petto nel ventre nel viso e la pelle
e lacera e consuma e toglie il respiro
e aspetto e lascio che io viva la morte
io sola impotente di fronte alla sorte
che forse credeva con me di aver vinto
ma io sono io sento di amor non mi privo
io sono io sento ancor io son vivo



da una ispirazione indotta a Rossella 
che si riscopre e affina  ogni giorno che passa 
il suo latente talento.... 

da"UT SIA POETRY"
VII libro III settima 


lunedì 24 ottobre 2016

IL PROGETTo DEL BRANCo


IL PROGETTo DEL BRANCo

Risentimento, antipatia, rancore, ritorsione, ripugnanza, vendetta, odio,
questa è la lunga strada di avidya , che in sanscrito significa “ignoranza”
produttrice di quel virus che si diffonde e contagia un ecosistema
abbassando l’energia vitale di ogni momento.
Interrompere questo processo è impresa ardua
che richiede ad Ercole di cimentarsi con le 12 fatiche.
L’origine di ciò, inutile e controproducente girarci intorno,
risiede all’ interno di piccoli odiosi nuclei ancora molto ben nascosti,
piccoli e velenosi serpenti che mordano iniettando veleno a lento rilascio.
Come penso cominci ad essere intuibile ad ognuno di noi,
attraverso le proprie caratteristiche e modalità,
rimandare tale causa ad un comportamento altrui è quello che in gergo viene chiamato depistaggio, ovvero il non riconoscimento della propria responsabilità.
È difficile riconoscere che in noi vi è ancora odio,
e che lo smaltimento quotidiano di ciò necessita un oculato e ben architettato piano di distribuzione.
Potente è quella forza che tiene in pugno le redini della nostra emozione,
dove l’ auriga non può governare destrieri imbizzarriti scalcianti di sdegno.
Il debole cocchiere altro non può fare che esser scaraventato in quella corsa infernale.
Ma le sue braccia dovranno ben essere irrobustite per poter tenere ciò che la strada dissestata
e la furia dei cavalli richiedono per essere domati e poter tornar mansueti.
Si avete ragione sono un pò rachitico, utile sarà che le mie braccia si irrobustiscano per poter condurre la carovana in ben altri luoghi, li troveremo branchi sereni che vivono nel rispetto di quelle leggi naturali che garantiscono fortezza e protezione
da ogni insidia e da ogni velenosa iniezione.
Animali tipo munfries, e diego, e il bradipo, magari anche un po’ ombrosi, un po’ bastardi, un po’ ingenui e lamentosi, ma che si prodigano e si aiutano reciprocamente a vigilare quelle insidie nascoste nel serpeggiare che avvelenano la collettività pronta a monitorare e prontamente riconvertire tutto ciò che si oppone alla serenità…
Questo è quello che penso l’ unione di un branco possa produrre …
Mi potreste indicare dove posso trovarne uno ?


da"ORDINE OPERANTE"
VII libro V settima

domenica 23 ottobre 2016

LA MISERIa DELLA TEORIa


LA MISERIa DELLA TEORIa

C’e qualcosa che frena
Non permette di gustare
È illusione è fobia
Sei uno schiavo di teoria.

Sempre pronta la risposta
Non permette quell’entrata
Toglie spazio elettrizzante
Alla splendida giornata

Tutto pare conosciuto
Di umiltà non v’è parvenza
Presunzione che frenata
Per la povera coscienza

Non v’è ascolto, non v’è scambio
Il tuo orto non dà frutto
Mangi ,mangi e non v’è spazio
Per il nuovo, che par brutto.

Il tuo occhio non è attento,
guarda solo il conosciuto,
quello studio, quel cervello
come giuda t’ han tradito

ecco il ladro, è qui la spia
doppio gioco che t’inganna
spenge luce d’allegria
dell’ardore della fiamma



non permesso è l’imprevisto
c’è paura dell’ignoto
se il controllo è sì quel posto
dove tutto è peso e vuoto.

La saggezza è utopia
In un mondo che va a pezzi
Ma che fare è colpa mia
Se son tutti pesi e vecchi

Abbandona quel lamento
Di bugia ti sei stancato
Fatti forza è sì pur tuo
Questo mondo che c’han dato.

Con gli schemi non s’aggiusta
Non aspiri e non conquisti
Forza sporcati le mani
Cogli i danni, affronta i rischi

E ricorda che fu detto
E non venga mai scordato
La sapienza vien dal volgo
Non dall’attico incantato

Cara nonna mi diceva
Sul suo monito rifletto
La ragion che in bocca aveva
Su cui oggi mi diletto

Non c’hai voglia, non sta a te
Dai ragazzo schioda il culo!
Se comandi e fai da te
Servi il mondo come un RE.


da "DOLCE STIL MATA"
IV libro II settima 



MEDIEVALe

MEDIEVALe

Sdraiato su un'amaca
a prendere il sole
leggendo un libro
di poesia medievale.
Amor quando mi membra
li temporal che vanno
che m'han tenuto danno
già non é maraviglia s'io sconforto.
Però talor mi sembra
ciascuna gioia affanno
e lealtate inganno
e ciascuna ragion mi pare torto.
Un fascio di serici sogni
incorona le notti e i riposi
un balzo di tigre inquieta
mi sveglia al giorno.
E paremi vedere
fera dismisuranza
chi buon'uso e leanza
voglia a lo mondo
già mai mantenere.
Più che'n gran soperchianza
torna per me piacere
e'n gran follia savere
per ch'io son stato lasso, in gran erranza.

amo questo stile e voglio dedicarmici in ricerca ed espressione ricercando testi antichi e rivisitazioni moderne 
questo medievale è un testo di franco battiato dall'' amonima canzone ...

da "DOLCE STIL MATA"
IV libro II settima









DIRETTIVa POETICa

DIRETTIVa POETICa

farlo immediatamente !

ho da fare un pò di.., mi manca quel...,
aspetto la..., lo farò quando ho...,
prima finisco il..., appena ho fatto sul....

tutti tempi di quel domani che non arriva mai ...

ciò che poeticamente e simpaticamente
amo chiamare il dommai....; )

ti vorrei però un attimo far riflettere
su quello che i vecchi nel volgo della loro saggezza
ci hanno lasciato ....ricordi cosa diceva nonnà ??

"cosa fatta capo ha"

perché quel rimandare è diabolico e nasconde ...
una vecchia perfidia che dante
mise nei cerchi infernali sotto il nome di accidia

e che oggi è talmente dimenticata che a qualcuno verrà da dire
"oddio ....chi è stato acciso ???"

e allora ripartiamo dal vocabolario
che per pinocchio era per lo più l' abbecedario

e per capirne etimo e direzione
carpiamone un attimo la definizione



 L'accidia o acedia è l'avversione all'operare, mista a noia e indifferenza. L'etimologia classica fa derivare il termine dal greco ἀ (alfa privativo = senza) + κῆδος (= cura), sinonimo di indolenza, per il tramite del latino volgare acedia.


e allora quando la mamma ti imporrà un imperativo
prova ad essere più accondiscendente

farlo immediatamente ! = a :

appena puoi per davvero
se non ti va è importante
se non ti torna sta sicuro che poi ritorna
anche se non ti aggrada subito di appaga per sempre

che è meglio  un contributo non capito
che un rifiuto abbronciato

che a volte piccoli sacrifici e amare ore
tessono il tessuto che riscalda il cuore

e che quella fatica piccola di cinque minuti
sarà ripagata nella felicità di tanti bei momenti vissuti

se a quello che è scritto ancora  tu non credi
appena te ne accorgi, ripara prontamente
si è sempre in tempo per trovar rimedi





da "ORDINe OPERANTe"
VII libro V settima 



e "SCRIPTa & IMAGo MANET"
V libro VII settima

 















ADESSo POESIa E'



ADESSo POESIa E' 



descrivo in poesia ciò che adesso vivo
perché ciò che adesso vivo poesia è  
 
custodisci e di questa empatia fiorisci
può essere un modo per ispirarti
e nel mondo poetico simpaticamente addentrarti
io ti condurrò ispirando la tua mano
ma sarà il tuo cuore che ti porterà lontano 
 
nuovi orizzonti parole leggere e spigliate
al ritmo l' emozione si forgia e scandisce
e niente si opponga al cuore che crea
e nel dipanare le parole unisce 
 
dentro di me custodito e nascosto

ogni mio sentire avevo lasciato

ogni emozione avevo riposto

nessuno pensavo ne fosse interessato


e invece non sai
quanto mai ti sbagliavi
quando ti sentivi sola
e dietro paure ti imprigionavi






da un 'ispirazione di rosella
che si fa condurre sulla strada della poesia ....




da "UT SIA POETRY"
VII libro III settima




sabato 22 ottobre 2016

NON C'é MAi PACe PER UN PENSATORe


NON C’è MAI PACe PER UN PENSATORe

Non si ferma mai
mai un attimo di tregua
architettata, strutturata, contorta
non si riposa mai

a volte sorvola ed è pindarica
saltando da idea a idea
apparentemente lontana
che non trova collegamenti
e che ti fa pensare che da tempo
hai abbandonato il normale

a volte sei come assorto
stai vedendo un mosaico
sei in contemplazione
estraniato dal mondo comune
senti senza sentire
vedi senza vedere
e stai miscelando qualcosa
che si muove verso il realizzare
senza sapere cosa riuscirà a fare

a volte torna tutto
riesci a seguire un filo
che viene chiamato logico
e a muoverti consapevole
istante dopo istante
sicuro, determinato, soddisfatto
e orgoglioso…..

solo che dopo un po’
inevitabilmente diventa noioso
il gusto ne viene leso
e la monotonia
la senti addosso
come tessuto calloso

a volte penetri nelle cose
strato dopo strato
come uno zoom che accoglie
nel suo avanzare
un nuovo particolare
presente anche prima
ma che non riuscivi a vedere

è faticoso quel modo di avanzare
ma arricchisce il solito e misero niente
con qualcosa di prezioso
che si chiama assaporare

modalità diverse
sistemi apparentemente opposti
che non si riconoscono tra loro
che si disturbano e si limitano
se vengano a contatto

tutti si affannano
per un'unica cosa……..
e la cercano in una corsa bramosa


e l’affanno ne è la chiave …….

chiave …..
quell’ insieme di tagli
che forniscono la forma
per aprire o chiudere una porta
a seconda del verso in cui la giri….

Nell’ affanno ti puoi riconoscere
e accomunare agli altri,
sta sicuro che tutti lo provano
e a tutti pesa…..


oppure ti puoi nascondere
allontanandolo da te
gravando con la zavorra del giudizio
sulle spalle di coloro che ti stanno accanto

di che cosa abbiamo così tremendamente fretta?

Che in realtà siamo quasi fermi
e quel po’ che si muove non è grazie a noi

non potremmo qualche volta
aspettare che sia la risposta
a venire da noi,
magari creandole semplicemente
le condizioni migliori
perché ciò possa avvenire

forse….
O forse no
ma che dico,
che sto dicendo…….non lo so
beh, ci devo pensare …..ci devo arrivare

cazzo ……mi sto affannando!!

Non c’è mai pace per un pensatore…


da 2INCONTRO AL PRIGIONE"
II libro I settima