21
Giugno 2009
UN FRATELLo DI NOMe
LUCa
anni sono passati e
quell’età
amico mio è già
assai remota
due strade si
intrecciarono in unità
per render nostra
vita meno vuota
seduto e un po’
crucciato
la io vidi la mia
prima “perla sul fondo”
E porvi quell’invito
un po’ sfrontato
che spalancò la
porta del mio mondo
In quel marmocchio
cupo e talentuoso
scorgevo nobil animo
a riposo
insieme in campo e
anche nelle uscite
quegli anni sempre
in giro in cerca
di avventure e un
po’ di gloria
se io sempre il più
audace e partente
a te spettava il
ruolo di rifinir la storia
crescevan sani
questi due ragazzi
il gioco, qualche
donna e bei sollazzi
prestanti, svettanti
e muscolosi
uscivano scolpiti su
di un calco
urgeva mostrar
cotanta forma
sfilando mezzi nudi
sopra un palco
già si prediva che
le loro gesta
non sarebbero
rimaste indifferenti
uniti si compensano
i difetti
il riservato ombroso
muniva il cavaliere dello scudo
muniva il cavaliere dello scudo
mentre la spada
d’indole sfrontata metteva quasi sempre tutto a nudo
sicuro, più
concreto e più pelato è sempre risultato il tuo riscontro
che dava terra al
genio scapigliato nel valutare bene i pro ed i contro
un cuore di un
progetto che si vela venendo custodito in simbiosi
qualcuno ha palesato
anche l’idea di abbozzare a dire: “son fratelli?”
se carne lo
smentisce è l’epopea
eroi sempre a vedetta dei castelli
eroi sempre a vedetta dei castelli
se il sangue non
riporta identità
garante è sì quel
timbro
che vibra e si
confonde in quell’ accordo
fratello nel
profondo della voce
“da fratello a
fratello”.
V libro VII settima
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