CHIAMATa IMPROVVISa
Non è la chiamata alle armi
E nemmeno quella della mamma
Quando stai facendo dei danni
È il richiamo a cui tutti prima o poi
Dobbiamo ubbidire, non esiste un potere
Che va al di là di quell’ arruolare
parte del viaggio che qualcuno chiama morire
La chiamata che sembra arrivare
Senza nessun preavviso
E che poi sarebbe uguale perché alla fine
Non c’è modo di prepararsi
allo scolorarsi di quel condiviso
ma perché dovrebbe essere avverso
il posto dove ora il tuo nuovo soggiorno
si riapre ad un ritmo forse solo un po’ diverso
mi sono sempre chiesto della paura
che si inietta come veleno per colui
a cui l’orologio ha finito di battere
il suo ritmo terreno
e se è più dura la sua partenza
o quella permanenza di chi di quel compagno caro
deve imparare a fare a senza
sicuramente una domanda che
per rispetto non viene mai fatta,
ma che rispetto è quello che abbandona
ognuno alle proprie tormente gelide
che si agitano in testa alla preda di questa disfatta
qualcuno la chiama riservatezza ,
altri la denominano sofferenza silenziosa, o una
forma di privacy utile a che con ciò che è morto
non riesce a trovare rapporto
e allora sarò un pò sfacciato
ma ripeto il monito detto per mia nonna margherita
che così portava a tutti il suo saluto
siano compiaciute le lacrime
che rigano i nostri volti
perché possano salutare in pace
questa anima amica
e perché la morte che per noi è dolore
possa divenire gioia che accoglie l’inizio
di una nuova vita
da:"LA REALTà DI OGNUNO"
libro ancora non edito della prima settima
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