giovedì 1 marzo 2012

LA PSICOLOGIa DELLO YOGa

LA PSICOLOGIa  DELLO YOGa

-presentazione di un corso-

Buonasera a tutti e ben trovati...
io sono massimo c'è fra di voi chi mi conosce per un aspetto chi per un altro
chi per un ruolo chi per un altro stasera mi presento in veste di insegnante di yoga,
anzi meglio dire insegnante di meditazione,
ai fini che qualcuno la prima lezione non mi arrivi col tony e con il tappetino.
Ed è mio intento in questa serata proprio partire da questo, dal significato della parola yoga. 
yoga proviene dal sanscrito “yug” che significa aggiogare, unire, mettere insieme i pezzi e tutto ciò si riferisce chiaramente  alla coscienza degli esseri viventi.
Di conseguenza verranno chiamate discipline yogiche tutte quelle che favoriscono questo processo vitale. 
Vi sono oggi innumerevoli e sempre più variegate forme che si innalzano come discipline di autentica elevazione e rivelazione spirituale: a partire dallo yoga fisico l'hatha yoga, lo yoga dell' azione il karma o krya yoga a quello della devozione baktyoga ( buddhismo, harekrsna,ecc) , e poi il tantrayoga quello va per la maggiore fra i politici, l'astanga, il tanga ed il perizoma …
noi del raja yoga che è lo yoga che concerne la mente  non ci asteniamo da ciò, anzi come tutti gli altri siamo assolutamente convinti che questo sia il miglior yoga mai esistito sul pianeta...
Strano è il fatto che quando facevo reiky pensavo lo stesso, quando giocavo a basket era il miglior sport, e quando ero metallaro quella era sicuramente la migliore musica, per me di sicuro ma soprattutto per il mio momento dove mi rispecchiavo e mi divertivo a fare il duro.
Oggi penso che lo yoga è proprio tutto ciò che riesce a portare al di là di questa naturale condizione umana  comunemente e naturalmente  praticata dall'essere umano in larga scala denominata “presunzione”  il presumere, che è il “sumere” prima di essere;  diamoci pure una bella calmata nell' asserire che quello è meglio di quell' altro quello è buono e quello lo è meno,  e che lo yoga è quello e quell' altro non lo è, e che qualcuno ne ha inventato uno migliore, intanto perché  l' uomo non inventa mai niente, semmai crea forme utili ad una maggiore  comprensione della vita, dalle più belle alle più brutte,  ma il copyright dello yoga spetta alla vita stessa, anzi se vogliamo essere ancora più precisi e obbiettivi “lo yoga è la vita stessa” 
 “la vita una”.
Il problema nasce proprio dalla poca consapevolezza che l' uomo esprime a tale riguardo,
ancora oggi si pensa che esista il caso ( meno male che hanno fatto kung fu panda), ancora oggi si pensa che sia colpa della sfiga, ancora oggi le coscienze non consentono un' interpretazione un po'  più responsabile e applicata che possa reiterare quel “movimento vitale di armonici scambi definito yoga”.
Certo le varie discipline sono importanti e sia benedetto il giorno in cui tutti le praticheranno con amorevole disciplina, ma mi sento più coerente con coloro che affermano che la differenza sostanziale è da attribuire alla possibilità di esprimere sempre più una crescente condizione di consapevolezza, partendo dall' accettare e provare a mettere in pratica quella dei tempi di Socrate espresse con queste semplici parole “so di non sapere”
a questa reale affermazione che a mio “umile” parere  definisce uno stato di coscienza mi son sentito di dare questa interpretazione.
 “consapevole dei propri mezzi, impegnato in una adeguata funzione,
pienamente realizzato dal ritorno del suo operato”.
Penso che confrontare la nostra realtà con ciò possa essere già un riferimento importante.
In sanscrito tutto ciò viene espresso con  sat, chit, ananda,(essenza, consapevolezza, beatitudine )
Ritengo inoltre che questo tipo di consapevolezza sia condizione mobile e sempre migliorabile
ma che sia anche il punto a cui aspirare in un' autentica ricerca del proprio mondo interiore. 
E in tutto questo dov'è che possiamo inserire l'argomento della serata ovvero:
 “la psicologia”
potremmo intanto partire dalla definizione, che dona sempre opportunità di spunto e riflessione :

1)      “scienza che descrive i fenomeni dell' attività affettiva e mentale (istinti, emozioni, sentimenti, percezioni, memoria, volontà, intelligenza) e cerca di determinarne le condizioni (effetti)

2)      l'osservazione e l'approfondita conoscenza dell' anima umana nei suoi più riposti recessi.
           (che attraverso l' analisi  e la trasformazione degli effetti ne rivela le cause.)
 
ecco osserviamo queste due definizioni e cogliamone le differenze …

la prima che subito salta all'occhio anche di un bambino é che in una appare la parola anima e
nell' altra affettiva attività mentale.
questo è il punto rilevante da non sottovalutare e da prendere in esame
se vi chiedessi di definire affettiva attività mentale ….ancora ancora qualcosa ci tirate fuori
ma se mi sbilanciassi con la richiesta di definire l' anima, prima che scappiate potete provare a vedere nelle vostre teste cosa ne pensate ?
No restate pure ai vostri posti non sarò così invadente senza avere il vostro assenso, qui non vige il silenzio assenso, preferiamo il dissenso espresso liberamente.
L'anima è il piano più elevato della coscienza umana, viene detto anche piano causale proprio perché è il piano dove risiedono le cause, e ha come corrispondenti piani inferiori, il piano mentale dove albergano i pensieri, il piano astrale dove albergano le emozioni, e il piano eterico e fisico dove tutto viene concretizzato e reso materia.  
E queste sono cose che potrete trovare su ogni buon testo esoterico che, qualora fosse nel vostro interesse sarà mia premura indicarvi.
Ma io che sono amante della semplicità e della personale partecipazione ritengo sia definibile come anima, la coordinatrice silenziosa della mente, e dell' emozione che trova la sua risultante
nell' azione.
Utilizziamo anche una versione più poetica che a volte avvicina molto alla realtà che ci piace ma che non possiamo accogliere nella sua bellezza e funzionalità.
L'anima è quella madre paziente e sempre presente che ti lascia molto libero di sbagliare, e per giunta non lo fa pesare fino a ché, dopo tanti avvertimenti che tu non hai saputo e potuto ne' vedere, ne' cogliere, ne' tanto meno ascoltare, non può far a meno di ricondurti a quella sofferenza, unica maestra di cui necessiti per integrare e comprendere quella data esperienza che eleva e libera ad un nuovo stato di coscienza. 
Tutto questo avviene costantemente, ininterrottamente, per ogni uomo, per ogni credo o non credo,
per ogni attività, per ogni immobilità, per ogni stato definito sano o malato, niente e nessuno ne può venir mai nè privato, nè tanto meno abbandonato.
Quando ci sentiamo in tali stati è perché da questa legge che in sanscrito viene definita dharma ci siamo allontanati, e non ci stiamo occupando di  tenere in condizione il nostro strumento di “accordarsi”, per poter vibrare a quelle frequenze capaci di farci percepire bellezze, qualità, ed appartenenze.
È assolutamente comprovato che la realtà attuale a questo proposito non aiuta, ma è anche altrettanto vero che in maniera sempre più intensa e precisa ne mostra gli effetti richiamando coloro che operano al risanamento ad un sempre maggiore impegno organizzato ed abnegato.
Ecco che la meditazione diviene strumento indispensabile per conservare tale lucidità, che non ha origine nella mente, ma tiene in considerazione la personalità nella sua completezza cercandone una trasformazione  armonica fra la mente stessa, l'emozione, analizzando e valutando solamente nel realizzato dell' azione.
Tutto ciò trova il suo essenziale significato nella semplice frase di gesù
“L'albero si vede dai frutti” …



da:"ARTICOLO POETICO"
libro ancora non edito della quinta settima

da "CODICe OLISTICo"
"una visione semplice de mondo delle energie"

da "IMPORTANTi TEMi ESISTENZIALi"
"quello di cui la gente non parla "

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