COLLETTIVITà
Una buona collettività è espressione di buona energia
che nasce da un unico tipo di adesione e collaborazione,
diffidate dell' anarchia, la vita è gerarchia propendente all'armonia
basata su accordi, garantita da orari, sancita e valorizzata da fiducia e presenza.
chi non collabora non è vero che non partecipa
bensi è più colui che non si concede il beneficio di sentire il flusso risanante del partecipare, rilegandosi al peggior ruolo che la partecipazione consenta
la solitudine, la separatezza e la conseguente alienazione
che inesorabilmente conducono a depressione e tristezza.
A tutti i figli della vita “svogliati” mi sento di dire... “svegliamoci”
Non si deve partecipare, perché partecipare non è un dovere
bensì quella libera scelta da conquistare dove è possibile praticare e raccogliere
le buone messi di un' altrettanta buona semina che i veri partecipanti al raccolto
percepiranno sotto forma di amore.
A tutti i padri della vita autoritari mi sento di dire... “svegliamoci”
non si deve ordinare di partecipare,
perché nello stesso istante che facciamo ciò, già non stiamo partecipando
piuttosto stimoliamo ed invitiamo le giovani leve al piacere dell ' ordine
alla bellezza del collaborare, alla ricchezza del creare, al riconoscimento dello sbagliare, al beneficio del rimediare,alla dedizione del faticare, alla soddisfazione del realizzare,e perché no alla gratificazione del festeggiare.
Sempre e solo se noi tutto ciò lo riusciamo veramente a provare, perché è proprio da questa consapevolezza che possiamo intraprendere una strada di avvicinamento,
curando quel nostro imperfetto educare che frequentemente coincide
con un nostro antico risentimento.
Possiamo partire dal fatto che potremmo anche non riuscire, e che solo il nostro disobbediente
figlio ci può aiutare, visto che ogni giorno già lo sta facendo, ma noi non lo riusciamo a vedere.
Qualcuno disse “io ho un sogno “
oggi, ad una piccola realtà familiare
una scintilla di quel messaggio
voglio portare
dove mi servirò del dovere
per difendere la libertà...
STATUTO DELLA COLLETTIVITÀ
Qui si fa tutto tutti,
anche quando non si agisce
tutti devono essere liberi di scegliere
e nessuno deve venire obbligato,
perché la vera partecipazione non è mai un dovere
ma il coraggio e la forza di conquistare il proprio diritto al piacere
a quella conquista si accede abnegandosi alla fatica.
tutti saranno sospinti e stimolati
ma al contempo capiti e rispettati
da ciò e solo da ciò realizzeremo cose senza estrema fatica
tutti ne beneficeremo senza altasonanti meriti individuali
asservendo le personalità alle esigenze e al clima della collettività
così ci educheremo ad apprezzare la diversità
come autentica opportunità di crescita
dove la difficoltà dell'accettare lascerà il passo
alla forza risanante dell'accogliere
questo comprenderà inevitabili e necessarie instabilità
che riassesteranno e fortificheranno la collettività
a tempo debito il tutto si tradurrà in una leale e chiara solidarietà
dove apprezzeremo felicemente ciò che siamo, e ciò che facciamo.
Al di là di ogni credo, di ogni religione, di ogni nomina, ruolo e vestizione
io credo in un' opera madre che governa le leggi universali di cui l' uomo è solamente una meravigliosa imitazione ancora però ben lontana dalla possibilità di percepire ed aderire alla magnificenza del panorama universale.
Incamminiamoci....
da "AL TEMPO CONTEMPLO" (I libro ancora non edito della III *settima)
* una settima è un insieme di sette libri di 57 poesie l'uno
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